
Allo Stadio Olimpico Pascual Guerrero, si è tenuto un omaggio a Freddy Rincón, ex giocatore della nazionale colombiana, morto dopo aver subito un incidente stradale. Sul palco c'erano familiari, amici, ex colleghi e tecnici che hanno fatto parte del processo di «El Colosso» per tutta la sua carriera.
Due allenatori sono stati di grande importanza per Freddy Rincón: Jorge Luis Pinto, dandogli l'opportunità di fare il suo debutto professionale all'Independiente Santa Fe 1986, che era piuttosto angosciato dalla notizia della morte di uno dei suoi «figli», come lo chiamava lui; e Francisco Maturana, che ha guidato il elezione Colombia dal 1990 e 1994, incaricato di schierarlo come titolare contro la Germania nella leggendaria partita nel campionato del mondo in Italia 90, quando Rincon segnò il pareggio al 90° minuto.
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Jorge Luis Pinto, tra le lacrime, ha inviato un messaggio ai figli dell'ex giocatore per «combattere mentre Freddy combatteva», e ha ricordato alcuni momenti di 'El Colosso'. «Non so se piangeremo, ma se gridiamo per sentimento, apprezzamento e affetto», con questa frase ha iniziato il suo discorso emotivo ricordando uno dei suoi «migliori giocatori».
Ha aggiunto: «Mi è piaciuta la frase che ho sentito in qualche reportage, non era interessato ai soldi, era interessato a giocare e giocare. Era un gioco di calcio che nessuno lo ferma, ecco perché faceva male alle nostre anime, a me personalmente, perché lo conoscevo, l'ho visto crescere, l'ho visto vincere e trionfare in tutto il mondo e questo è un orgoglio per quelli di noi che sono qui».
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Ha assicurato che Freddy Rincón è un esempio di vita per le nuove generazioni che «vivono il calcio ma non lo sentono come lo sentiva Freddy. Stavo per chiamare El Pibe e stavo per dirgli: 'Ora era fregato perché il compadre che è successo agli spazi liberi non c'è, chi ha intenzione di mettere quella palla'. Che spettacolo, tutti i gol che abbiamo visto in questi giorni sono rivolti al portiere, una ruota mista su una ruota che andava dalla parte posteriore all'anteriore. La nostra memoria sarà per sempre».
Francisco Maturana ha sottolineato l'importanza della squadra che ha formato negli anni '90, la stessa che si vuole oggi come famiglia. Ha detto della morte di Freddy che, «A volte sentire strangoli momenti, comunque, vorrei congratularmi con Monsignore e gli altri che hanno fatto l'omelia perché la considero medicinale per l'anima e questo ti dà un po' di forza per poter vedere altre cose che non si vedono. Ho sempre pensato che la cosa importante nella vita siano le riflessioni sulle cose che accadono e sulla vita di tutti i giorni. Ho trovato un messaggio che viene dalla Spagna e da lì dicono che Freddy Rincón è un patrimonio nazionale e mondiale, speriamo di non dimenticare mai chi è Freddy Rincón»
L'allenatore, che attualmente sta lavorando per l'allenatore Hernán Darío Herrera all'Atlético Nacional, ha concluso con la seguente frase: «Come ha detto Monseñor, spero che lo sport mostri un percorso verso un paese migliore, perché il nostro paese è spettacolare, sembra che abbia un odore, si vede e si sente».
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